Fonologia e IAST

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  1. Keas
     
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    Spiegheremo in seguito la fonologia (ovvero lo studio della pronuncia) sanscrita assieme all'IAST per poter scrivere in sanscrito.

    L'IAST (International Alphabet of Sanskrit Transliteration) è uno dei due modi per scrivere in sanscrito, quello più facile e veloce da apprendere, usa l'alfabeto romano con apposite notazioni per trascrivere tutti i suoni sanscriti (l'altro è la scrittura devanagari, tipici grafemi indiani, più elegante ma molto più complessa).

    L'IAST se non presenta particolari segni grafici si pronuncia esattamente come l'Italiano. Ora analizzeremo tutte le lettere dell'alfabeto sanscrito per comprendere man mano la traslitterazione IAST.

    Il sanscrito ha 5 vocali base: a i u ṛ ḷ più altre 5 che sono le medesime, ma con accento lungo: ā ī ū ṝ ḹ

    (anche se per completezza ho riportato tutte le vocali è bene segnalare che ḷ "è in decadenza" ed è quindi poco utilizzata, specialmente nel sanscrito moderno, molti non la riportano neanche)

    le prime senza accento è come se ne avessero uno breve che non viene segnato e si pronunciano normalmente, quelle con accento lungo appunto si tengono un po' di più, come se vi fossero 2 vocali affiancate: aa ii uu ṛṛ ḷḷ

    Avrete certamente notato che le vocali sono diverse dalle nostre e probabilmente vi starete chiedendo come si pronunci la ṛ e la ḷ... potremo sicuramente comprendere meglio queste "strane" vocali e il suono di quest'ultime due considerando che in sanscrito le vocali sono i suoni pronunciabili senza interrompere il flusso d'aria (al contrario delle consonanti che vengono generate proprio interrompendo il flusso d'aria). Infatti sia la l che la r possono essere pronunciate in realtà a lungo proprio come a, i, u.

    Ora bisognerà però introdurre un importante "regola" che ci farà capire in modo davvero semplice la pronuncia sia delle vocali, sia delle altre lettere.

    points_of_pronunciation

    Quest'immagine mostra i 5 punti di pronuncia del sanscrito, tutto ciò che viene pronunciato in sanscrito viene pronunciato a queste altezze.

    rosso: gutturale ("gola profonda", qui non viene usata la lingua per produrre suono, è tutto di gola)
    arancione: palatale (lingua sul palato appunto)
    giallo: cerebrale (rialzamento di carne subito prima dei denti, collocando la lingua lì si ottengono questi suoni)
    verde: dentale (come in Italiano, lingua prima dei denti)
    blu: labiale (come in Italiano, si usano le labbra)

    Bene, ora possiamo finalmente comprendere come si pronunciano le vocali: la a è gutturale, la i palatale, la u labiale, ṛ cerebrale, ḷ dentale. Ora vi basterà pronunciare le lettere come in Italiano ma posizionando la lingua nella posizione corretta per pronunciare correttamente le vocali sanscrite.

    Passiamo ora alle vocali composte, queste sono 4: e ai o au.

    (Si chiamano composte perché sono appunto composte: a+i -> e, a+e -> ai, a+u -> o, a+o -> au)

    Queste quattro vocali composte si pronunciano esattamente come in Italiano, quindi no ci sono problemi.


    Passiamo ora alle consonanti, grazie alla regola dei 5 punti di pronuncia sarà molto semplice e veloce capire la pronuncia di tutte queste lettere, infatti sono organizzate nella seguente maniera:

    gutturali k kh g gh ṅ
    palatali c ch j jh ñ
    cerebrali ṭ ṭh ḍ ḍh ṇ
    dentali t th d dh n
    labiali p ph b bh m

    Dato che in sanscrito non si pronuncia mai una vocale senza una consonante (a parte delle eccezioni) per maggior correttezza scriveremo:

    gutturali ka kha ga gha ṅa
    palatali ca cha ja jha ña
    cerebrali ṭa ṭha ḍa ḍha ṇa
    dentali ta tha da dha na
    labiali pa pha ba bha ma



    Non starò infatti a spiegare la pronuncia di ogni singola lettera, perché non è assolutamente necessario: applicando la regola precedentemente illustrata sarete in grado di "scoprire" da voi la pronuncia: pronunciando infatti ogni lettera in un diverso punto essa "diventerà" un'altra lettera. Vi faccio un esempio che renderà tutto molto più chiaro:

    Prendiamo "ka" e pronunciamolo con suono gutturale (in gola come precedentemente spiegato) e l'avremo pronunciato correttamente, ora pronunciamo lo stesso suono "ka, ma mettendo questa volta la lingua palatale, cosa otterremo? "ca"!, continuiamo... cerebrale, "ṭa"; dentale, "ta"; e labiale, "pa". Possiamo fare la stessa cosa con kha, con ga e tutti gli altri... quindi ora tecnicamente non sappiamo cosa significhino tutti gli accenti, per esempio "ṅa" non dovremmo sapere come pronunciarlo, ma guardando lo schema e usando la regola dei 5 punti di pronuncia potremo dedurlo e pronunciarlo quindi sicuramente correttamente, infatti è la n gutturale, pronunciamo "na" in gola, avremo il corrispondente suono, se pronunciamo "na" sul palato avremo il suono sanscrito "ña" e così via....


    Credete ora di aver finito? Ci sono ancora le semivocali... a metà tra consonanti e vocali: ya ra la va

    Se le vocali sono un flusso d'aria continuo e le consonanti sono un'interruzione del flusso d'aria, cosa saranno le semivocali? Semplice, una soppressione graduale del flusso d'aria. Quindi andranno pronunciate di conseguenza, per il resto la pronuncia è analoga a quella italiana (sono rispettivamente palatale, cerebrale, dentale, labiale).

    le "suoni in s": altre lettere analoghe alle semiconsonanti: śa ṣa sa

    Rispettivamente palatale, dentale e labiale. La prima equivale al suono sc in sciare, la seconda non ha un perfetto equivalente e può essere come tutte le altre ottenuta pronunciando "sa" dentale. L'ultima è come per l'Italiano.

    Ed infine vi è un'ultima lettera: ha

    Gutturale, si pronuncia con un'aspirazione sorda (non si sente troppo per dirla proprio facile).


    Abbiamo finito le lettere, ma non tutta la fonologia, né di conseguenza tutto l'IAST. Vi sono ancora 3 simboli grafici IAST che corrispondono ad altrettanti suoni.

    Visarga:

    Indica un'aspirazione (a differenza della lettera/sillaba "ha", questa viene aspirata "facendola sentire bene"), si trova solo alla fine di qualche parola.

    Anusvara:

    Indica un suono nasale, si pronuncia come una specie di "m" vibrata (tipica del sacro suono "ohm" in realtà scritto e di conseguenza pronunciato "auṃ"). Anche questa si trova in fin di parola.

    Anunasika:

    Nasalizza la vocale/semivocale precedente (generalmente la "a"). Anche qui l'esempio che posso fornirvi è quello dell'ohm che nella sua trascrizione più corretta è proprio "auṁ", la pronuncia in questo caso è praticamente analoga a quella dell'anusvara vista sopra, si vibra la m finale, ma in più vi è una nasalizazzione anche dell'"au".





    La questione è molto lunga e complessa e richiederebbe analisi ben più approfondite, tuttavia qua ne ho dato una sufficiente infarinatura per pronunciare più che correttamente il Sancrito senza addentrarsi nei più profondi meandri della complessissima fonetica della lingua.

    L'articolo sarà comunque tenuto in continuo aggiornamento e correzione al fine di migliorarlo il più possibile, di conseguenza ogni domanda non solo è dovere, ma più che ben'accetta!
    A preso...

    Edited by Kernunnos- - 22/2/2016, 23:17
     
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